piano di comunicazione aziendale
Piano di comunicazione aziendale: quando è il momento di rinnovarlo?

Un buon piano di comunicazione aziendale è consistente nel tempo, ma nulla dura per sempre. Ecco come e perché rinnovarlo.

Il piano di comunicazione aziendale è il quartier generale della nostra strategia e spesso ne condiziona tutti i flussi, oltre che i successi e gli insuccessi. Pur nascendo come un documento meramente organizzativo, in molti casi ricopre un ruolo ancora più centrale e importante, proprio per la sua caratteristica di essere il centro nevralgico dei processi di comunicazione. 

Purtroppo, come tutti i processi aziendali, anche il piano di comunicazione migliore del mondo tende a scivolare progressivamente verso un generale appiattimento, o comunque a sentire il peso degli anni, soprattutto perché molto spesso le filiere della comunicazione sono prive di sistemi di monitoraggio e controllo stringenti come possono essere, per esempio, quelle della produzione o del comparto finance. Tuttavia, esistono alcuni indicatori che ci permettono di capire quando il nostro piano di comunicazione inizia a mostrare segni di affaticamento, e alcune tecniche per renderlo nuovamente efficace. 

I segni che il nostro piano di comunicazione aziendale sta perdendo di efficacia

L’indicatore che ci fornisce i primi elementi per capire che il nostro piano di comunicazione aziendale sta perdendo di efficacia sono senza dubbio i KPI, gli indicatori analitici di performance. Se le conversioni calano, e questo è dovuto a una riduzione delle letture, del tempo di permanenza sui nostri contenuti e così via, senza dubbio il problema è legato alla qualità di quello che produciamo all’interno del piano media. Tuttavia bisogna dire che non tutte le attività di content marketing sono finalizzate alla conversione diretta. I KPI quindi sono un ottimo modo per interpretare un calo delle prestazioni, ma non sono applicabili in ogni circostanza. Per avere un quadro più completo potremmo ricorrere ai feedback diretti dei nostri utenti, ma questa soluzione presenta diversi elementi di complessità. Prima di ricorrere a questa ci sono almeno altri due indicatori che possiamo analizzare internamente.

Prima di tutto, torniamo a controllare i contenuti prodotti in un contesto complessivo, magari con una panoramica sugli ultimi sei mesi: se abbiamo l’impressione di una certa ripetitività, nei contenuti, nello schema o nel formato, allora probabilmente la nostra strategia di comunicazione si sta appiattendo su uno standard minimo. Si tratta di un problema assolutamente fisiologico: ogni procedura tende a standardizzarsi.

Attenzione alla qualità

Fra gli altri indicatori che possono spiegare la perdita di efficacia del nostro piano di comunicazione aziendale ce ne sono due di carattere squisitamente operativo, che tuttavia mostrano in modo chiaro che è il momento di intervenire. 

Il primo è senza dubbio la gestione delle scadenze: tipicamente all’inizio di un piano i materiali fluiscono in modo efficace, spesso in anticipo sulle scadenze concordate e con ampio margine per eventuali correzioni. Al contrario, quando i materiali arrivano sempre più sotto data, o magari con qualche lieve ritardo, è segno che l’attenzione nei confronti della loro produzione sta calando ed è il momento di intervenire.

Un indicatore parallelo a questo è la ricchezza dei materiali. Chiariamo con un esempio: se nel nostro piano media aziendale sono previsti articoli di approfondimento, è piuttosto probabile chei primi presentino infografiche personalizzate, magari file PDF di approfondimento, rich media e così via. Se questi vengono progressivamente a mancare è un segno inequivocabile che la qualità del nostro prodotto sta calando.

Come intervenire su un piano media aziendale che sta perdendo di efficacia?

La cosa migliore da fare in casi come questi è ripartire con una nuova progettualità. spesso riorganizzare il piano di comunicazione aziendale è un buon punto di partenza: prima di tutto perché permette di focalizzare al meglio i contenuti e gli obiettivi, poi perché è anche un ottimo stratagemma per riaccendere l’attenzione su questo tipo di attività. Abbiamo già affrontato l’argomento dell’organizzazione del piano di comunicazione aziendale, qui vedremo alcune altre idee per rinnovarlo. 

Prima di tutto, riconsideriamo le domande fondamentali: cosa ci aspettiamo da un piano di comunicazione? Quali sono i valori dell’azienda che vogliamo trasmettere? Che strategia utilizziamo? Su quali canali? Rispondiamo a tutte queste domande e poi confrontiamole con l’attuale stesura del piano di comunicazione. Le differenze ci daranno già un primo orientamento per rivederlo. Soprattutto in un mondo in rapida evoluzione come quello di oggi, può succedere che un piano di comunicazione perda di efficacia perché si è disallineato dalla visione aziendale, che è cambiata nel frattempo. 

Poi, fissiamo nuovi obiettivi: di solito lavorare con un orizzonte certo offre la possibilità di essere più consistenti. A seconda del punto in cui si trova il nostro piano media, possiamo decidere se si tratterà di obiettivi interni (per esempio pubblicare ogni settimana due articoli sul blog aziendale) oppure esterni, per esempio fare sì che i social media attraggano un certo numero di potenziali nuovi clienti entro sei mesi. L’importante è che l’obiettivo sia ambizioso ma realistico, in modo da fornire la giusta motivazione.

Infine, decidiamo come misurare il successo del piano di comunicazione. Come abbiamo accennato, i KPI più diretti come le conversioni o le lead generate possono funzionare, ma non sono adatte a tutti i tipi di piani media. Tuttavia, ci sono moltissime altre modalità per misurare il successo delle nostra comunicazioni, per esempio le menzioni sui social media, gli articoli ottenuti sulla stampa di settore, le interviste richieste al management della nostra azienda e così via. 

Un piano di comunicazione tutto nuovo

Abbiamo visto come, e perché, il nostro piano di comunicazione dovrebbe essere rinnovato di tanto in tanto. I semplici metodi illustrati in questo articolo ci permettono di rinnovarci decidendo anche fino a che livello spingerci. In alcuni casi è necessario riprogettare tutto quasi da principio, mentre in altri sono sufficienti alcuni piccoli aggiustamenti. 

Tuttavia dobbiamo ricordare che l’aspetto principale su cui lavorare è il fattore umano: permettere alle persone di ritrovare entusiasmo è sicuramente il modo migliore per permettere a un piano di comunicazione di decollare nuovamente.

Piano di comunicazione
Come organizzare un piano di comunicazione per la nostra azienda

Preparare un piano di comunicazione per la nostra azienda richiede prima di tutto obiettivi chiari e condivisi

La parola comunicazione è con ogni probabilità una delle più abusate dell’ultimo decennio. Probabilmente perché ciascuno di noi, oggi, dispone di decine di strumenti diversi per entrare in contatto con persone e aziende. La comunicazione insomma fa parte del nostro quotidiano. Proprio per questo, è sempre più complesso fare della comunicazione professionale e adeguata. Come accade spesso, possiamo farci aiutare dagli strumenti che i professionisti usano da decenni e che possono diventare efficaci anche nel mondo digitale. Uno di questi è senza dubbio il piano di comunicazione, o piano media come alcuni lo chiamano, anche se le connotazioni sono leggermente diverse. 

A cosa serve un piano di comunicazione?

Per quanto possa sembrare scontato, il primo scopo di questo strumento è, appunto, quello di avere un piano che comprenda tutti gli aspetti della comunicazione. Troppo spesso infatti questo aspetto del marketing, soprattutto nei contesti digitali, viene trattato con leggerezza, oppure affidato alle contingenze. 

piano media

Ricordiamo che il fine della comunicazione, soprattutto nei contesti complessi non è tanto quello di “riempire le pagine” del blog o dei social media aziendali, ma quello di trasmettere un messaggio preciso a un target preciso.
Spesso la stesura del piano di comunicazione è l’occasione perfetta per chiarirsi le idee, e chiarirle alla nostra azienda, su quale sia l’obiettivo della comunicazione. 

Come sviluppare un Piano media

Prima di proseguire, una piccola precisazione: i termini piano di comunicazione e piano media hanno sfumature leggermente diverse, ma nell’uso comune oggi spesso si usano come sinonimi. Abbiamo scelto di seguire questa strada, anche se tenderemo a parlare di piano media in un contesto più operativo.

In ogni caso, ci sono alcuni passaggi nella creazione di un piano di comunicazione su cui praticamente tutti gli esperti concordano. Li riportiamo in questa guida, da utilizzare come riferimento.

Scegliamo il nostro obiettivo

Questo passaggio dovrebbe essere il primo di ogni strategia, perché prima di intraprendere qualsiasi azione è fondamentale sapere cosa vorremmo ottenere. Nel caso della comunicazione, in questo caso dovremo decidere un obiettivo di alto livello. Poi, indicare le linee di azione che intraprenderemo. Alcuni esempi di obiettivi per un piano di comunicazione comprendono:

  • migliorare l’immagine aziendale
  • costruire (o migliorare) la fiducia dei clienti
  • informare gli investitori
  • attrarre investitori
  • informare i clienti
  • formare il personale
  • migliorare la collaborazione

Ricordiamoci infatti che la comunicazione non ha a che fare esclusivamente con il marketing: confonderla con la promozione è un errore piuttosto comune. 

Piano di comunicazione

Una volta definito l’obiettivo, o la priorità degli obiettivi, passeremo a definire le linee di azione nel dettaglio. Per esempio, migliorare l’immagine aziendale potrebbe comprendere l’uso di testimonial, influencer, sponsorizzazioni e così via.

Ricordiamoci inoltre che gli obiettivi possono dipendere anche dai bisogni dell’azienda, o di uno specifico team. Per esempio, le vendite potrebbero aver bisogno di essere informate in modo più tempestivo sulle attività del marketing.

Scegliamo o definiamo il nostro pubblico

Altro passaggio fondante di ogni strategia, la conoscenza del pubblico a cui si rivolge la comunicazione è importantissimo anche perché, come abbiamo accennato sopra, i destinatari della comunicazione non devono necessariamente essere i clienti, ma può essere anche il personale, gli investitori e così via. Conoscere il pubblico ci aiuterà anche a definire il linguaggio e soprattutto i media coinvolti. 

Per rendere più efficace questo passaggio, potrebbe essere utile creare una lista, in cui definire i destinatari principali ed eventualmente quelli secondari.

Definiamo i messaggi chiave

I messaggi chiave di un piano di comunicazione sono quelli che dovrebbero sottendere a tutte le informazioni che scambiamo con il nostro pubblico. Questi costituiscono la differenza principale fra un piano di comunicazione strutturato e una semplice comunicazione improvvisata

I messaggi chiave alimentano gli obiettivi, e dovrebbero essere inclusi in ogni aspetto della comunicazione. Per esempio, se uno degli obiettivi è quello di migliorare il rapporto con i clienti, le informazioni veicolate durante la comunicazione dovrebbero sempre contenere un riferimento al servizio clienti, all’opportunità di fornire feedback, un invito a seguire i canali social e così via. 

Metodi e canali di comunicazione

Pensando alla comunicazione è inevitabile associarla principalmente alla promozione. Ma nulla vieta (anzi, sarebbe auspicabile) che un piano di comunicazione strutturato comprenda anche, per esempio, le metodologie con le quali circolano le informazioni all’interno dell’azienda. Visto che in questo caso stiamo ipotizzando un piano del tipo più comunemente inteso, e “sovrapposto” al piano media come abbiamo visto, ci limitiamo ad affrontare questo punto parlando dei canali rivolti all’esterno. 

In questo contesto, dovremo definire quali strumenti abbiamo a disposizione, quali intendiamo utilizzare e quali media utilizzare, ad esempio immagini, video o testi, per ciascuno, e anche quale tono di voce utilizzare, se l’azienda ne ha scelto più di uno o se riteniamo opportuno progettarne alcuni ad hoc per il piano di comunicazione.

Strumenti utilizzati

Avere chiaro quali strumenti verranno usati per comunicare può sembrare un passaggio ridondante per le strutture più agili, ma in molti casi sapere dove e come circoleranno le informazioni è fondamentale.

Attenzione però: anche il flusso di lavoro più agile e reattivo ha bisogno di organizzazione. per esempio, sapere che i post in approvazione per i social media circoleranno via mail (o su Slack, o via Telegram) permette di rendere ancora più rapida ed efficiente la catena di gestione. E la circolazione interna delle informazioni fa a sua volta parte del piano di comunicazione. 

Comunicazione in tutte le direzioni

Un altro errore piuttosto comune nella progettazione di un piano media è quello di considerare la comunicazione come un’attività a senso unico. Anche se i social media hanno mitigato questo aspetto, ignorare i feedback è un errore, indipendentemente dalla loro provenienza. Anche perché, in particolare nei progetti che non hanno un obiettivo che si possa esprimere in KPI, si tratta degli unici strumenti di misura diretti del successo del nostro lavoro. 

Prevediamo un sistema di monitoraggio e controllo periodico del nostro piano di comunicazione.

Tempistiche e frequenza per un buon piano media

Chiudiamo con uno degli aspetti più semplici nella teoria e più complessi nell’applicazione, cioè la necessità di conferire al nostro piano media una regolarità. Assicuriamoci di definire sia le tempistiche per le attività one shot sia, soprattutto, uno scadenziario preciso e condiviso per le attività periodiche. Purtroppo spesso la comunicazione, interna ed esterna, è considerata un’attività accessoria, il che destina i piani di comunicazione ad “andare alla deriva” appena allentiamo il controllo.

Una checklist per il nostro piano di comunicazione

checklist piano di comunicazione

Per facilitare il lavoro di chi vuole stendere un piano di comunicazione efficace, abbiamo pensato di preparare una checklist simile a quella utilizzata dagli specialisti di Competition nella preparazione dei piani media e delle campagne di comunicazione. L’abbiamo resa disponibile per il download gratuito, è sufficiente scaricarla da questo indirizzo.