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Strategie di marketing: come acquisire lead senza advertising

Alcune strategie di marketing, se gestite nel modo giusto, possono aiutarci ad acquisire lead in modo consistente e continuo

Il settore IT, soprattutto negli ambiti B2B come hardware industriale, dispositivi di rete, networking e sicurezza, richiede particolari attenzioni nel comunicare il valore aziendale, attività che spesso presenta complessità considerevoli. Le aziende tecnologiche devono dialogare con un pubblico altamente specializzato, che richiede contenuti approfonditi, rilevanti e capaci di interpretare i loro bisogni fin dalle primissime parole. Nella complessità, tuttavia, si nasconde un interessante vantaggio: con buone strategie di marketing è possibile attrarre nuovi prospect e lead che, attratti dalla credibilità, si dimostreranno particolarmente propensi alla fidelizzazione.

Le strategie di marketing per un settore esigente ma concreto

Il settore del digitale B2B ha alcune particolarità. Prima fra tutte il fatto che, pur essendo oggi di particolare interessi per molti, nasce come settore tecnico, e per questo le sue logiche sono spesso lontane da quelle del marketing moderno, in particolare quando ci si trova a dialogare con i decisori aziendali. Ecco perché non possiamo fare leva sulla persuasione, ma su consistenza e credibilità delle soluzioni che la nostra azienda propone. Una volta stabilito che questa sarà la linea guida generale, le nostre strategie di marketing si dimostreranno efficaci e, soprattutto, avranno una efficacia particolarmente estesa nel tempo. Con questa premessa, ecco alcune fra le più interessanti da mettere in campo.

Content Marketing e Blogging

Il content marketing è una delle strategie più efficaci per comunicare in modo chiaro e coinvolgente. Creare contenuti di valore tramite un blog aziendale permette alle aziende IT di posizionarsi come esperti nel loro settore. Articoli su tendenze, guide pratiche o casi studio possono attrarre potenziali clienti qualificati e attivare con efficacia una conversazione. Ottimizzare questi contenuti per i motori di ricerca utilizzando parole chiave pertinenti, migliora la visibilità organica e il traffico qualificato.

White Paper e Case Study

I white paper e i case study sono strumenti potenti per il marketing nel settore IT. Permettono alle aziende di approfondire tematiche complesse e presentare soluzioni dettagliate a problemi specifici del settore. Questi contenuti se resi accessibili solo tramite form (contenuti gated, come vengono chiamati), generano lead qualificati e posizionano l’azienda come leader di pensiero. È importante che i white paper forniscano informazioni utili e di valore, senza toni promozionali eccessivi.

SEO Tecnico e Ottimizzazione dei Contenuti

Per attrarre nuovi prospect, le aziende IT devono investire nell’ottimizzazione SEO dei loro contenuti. Un sito ben strutturato con tecniche avanzate di SEO, come l’uso corretto di meta tag, heading, URL ottimizzati e tempi di caricamento veloci, può migliorare significativamente il posizionamento organico il che, in ultima analisi, significa che l’azienda sarà più facile da trovare quando i potenziali clienti sono alla ricerca di soluzioni. Nel marketing nel settore IT, l’ottimizzazione SEO deve anche assicurare un’esperienza utente fluida, facilitando la conversione dei visitatori in lead.

Strategia Seo

Webinar e Eventi Online: strategie di marketing ad alto valore aggiunto

I webinar sono strumenti efficaci per le aziende IT che vogliono comunicare direttamente con il proprio pubblico. Questi eventi online permettono di approfondire argomenti tecnici, presentare demo di prodotti e rispondere a domande in tempo reale, creando una connessione diretta con l’audience. Promuovere webinar tramite il sito web aziendale, newsletter e social media può attirare un pubblico qualificato interessato ai servizi offerti.

Marketing via Email e Newsletter

Le campagne di email marketing e le newsletter sono fondamentali per mantenere una comunicazione continua e personalizzata con prospect e clienti. Le aziende tecnologiche possono usare queste strategie per condividere aggiornamenti, nuove funzionalità, contenuti educativi e promozioni mirate. Un’email segmentata e personalizzata ha un alto potenziale di conversione, soprattutto se il contenuto è rilevante per il target.

Community Building e Gestione dei Feedback

Costruire e mantenere una community attorno al brand è uno dei fondamenti del marketing nel settore IT. Partecipare attivamente a forum, gruppi LinkedIn e altri canali di discussione può aiutare le aziende a instaurare relazioni significative con esperti del settore e potenziali clienti. Inoltre, ascoltare e gestire i feedback dei clienti esistenti può fornire insight preziosi per migliorare prodotti e servizi.

Strategie di marketing per l’IT: serve essere autorevoli e affidabili

Il marketing nel settore IT richiede un approccio strategico che combini contenuti di valore, ottimizzazione SEO e coinvolgimento attivo con il target. Evitando tecniche invasive e mantenendo una comunicazione autentica, le aziende tecnologiche possono costruire relazioni solide e durature, posizionandosi efficacemente sul mercato.

Canali WhatsApp
Strategie di comunicazione: usare WhatsApp come strumento di engagement interno

L’innovazione non è solo adozione di strumenti nuovi: a volte la novità è tutta nelle idee. Un esempio è l’uso di WhatsApp all’interno della strategia di Commend

Anche se questa affermazione può suonare curiosa in contesto professionale, WhatsApp è ormai (suo e nostro malgrado) uno strumento di lavoro per moltissime persone. Dai messaggi che hanno sostituito chiamate e mail all’invio di documenti e immagini, è un dato di fatto che la sua immediatezza ha fatto sì che molti lo preferiscano anche a strumenti più efficienti, completi o strutturati. E, dal momento che siamo convinte che l’innovazione e le buone idee partano anche dal prendere atto dello stato delle cose, nel caso studio che vogliamo raccontare emerge proprio questo fare uso efficace e vantaggioso di uno strumento che altrimenti sarebbe rimasto relegato a un ruolo di ripiego.

WhatsApp nella strategia di comunicazione Commend

Nel caso specifico di Commend Italia, l’aspetto innovativo deriva dall’uso che abbiamo scelto di fare della piattaforma: non la creazione di un canale di dialogo con il pubblico, che in molti casi rischia di diventare una semplice newsletter traslata su un altro media, ma la costituzione di un canale di comunicazione con la forza vendita.

Questo canale ha origine con uno scopo ben preciso: permettere alle persone sul campo di inviare in diretta foto e testimonianze dei prodotti installati sul campo. Oltre a favorire lo scambio di idee e una sorta di positiva competizione, abbiamo pensato a questo scambio di informazioni anche con un’altra importante finalità: fornire all’azienda materiale fresco, vero e credibile per costruire la propria comunicazione social, attraverso la voce diretta di chi vive il prodotto ogni giorno nella sua quotidianità.

Come l’uso di WhatsApp come strumento di comunicazione ha portato benefici a Commend

Il primo e più importante beneficio è stato naturalmente quello di offrire alla forza vendita uno strumento ufficiale ma informale per conoscersi, confrontarsi, scambiare opinioni, risultati, idee e così via. Il che, nell’ottica di migliorare la comunicazione interna, è già di per sé un risultato positivo.

Inoltre, come era negli obiettivi, ne ha beneficiato anche la comunicazione sui social media, che si è arricchita di una modalità comunicativa nuova e non banale, che testimonia il lavoro sul campo reale e quotidiano invece di limitarsi, come spesso accade, all’astratto mondo del marketing di prodotto che, anche nella migliore delle ipotesi e con la migliore buona volontà, ha la tendenza a rimanere astratto e fatto più di proclami e annunci che di applicazioni.

Grazie all’uso del materiale generato sul canale WhatsApp dedicato alla forza lavoro, invece, Commend Italia ha la possibilità di affiancare alla comunicazione più istituzionale anche una serie di testimonianze dal campo, che raccontano come si svolge il lavoro quotidiano e con quali risultati.

Da segnalare che Competition in questa iniziativa svolge un ruolo attivo anche nella gestione quotidiana, oltre che nell’ideazione: il team infatti è presente all’interno del canale e in questo modo può fornire suggerimenti e idee sugli scatti trasmessi, per esempio su angolazioni, luci e così via. In questo modo è possibile ottenere lo scatto perfetto praticamente in diretta e pubblicare ogni volta che un prodotto Commend trova collocazione presso un cliente, naturalmente dopo avere ottenuto i permessi del caso.

I risultati della strategia

Pur trattandosi di un progetto relativamente nuovo, la freschezza e l’attualità dei contenuti creati in questo modo risulta subito evidente: i post superano abitualmente le 20 interazioni su LinkedIn, con picchi che superano le 70, in modo completamente naturale e spontaneo. Ecco alcuni esempi:

https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:7188816024941576194/

https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:7206294070468554752/

https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:7204467394394615810/

Come accennato, la positiva competizione che si è generata ha avuto un effetto benefico sul team: dopo un primo periodo di rodaggio, anche i collaboratori più riservati hanno iniziato a sentirsi parte dell’iniziativa, trasformandosi in reporter e testimonial.

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Costruire una Brand Identity forte: dai valori alla grafica

La Brand Identity è l’anima del marchio ed è composta da diversi elementi: dai valori del brand alla grafica, passando per il tone of voice e i contenuti, scopriamo come fare per costruirla

Spesso nel mondo del marketing si sente parlare di Brand Identity, ovvero il modo in cui l’azienda di presenta al proprio pubblico. Ogni brand, qualsiasi sia il suo posizionamento nel mercato, il settore di riferimento o il tipo di prodotto o servizio che offre, ha bisogno di avere una sua identità unica. Questa è composta da numerosi elementi che, tutti insieme, vanno a formarla, per esempio i valori del brand e la brand identity grafica: non stiamo parlando quindi solo ed esclusivamente di componenti grafiche, come logo, colori, sito web e così via, ma anche dei valori del marchio, della sua mission, della sua vision, del modo di comunicare e del suo tone of voice. Questi elementi devono integrarsi fra di loro e con il modo in cui il brand comunica con il proprio pubblico.

Come fare, dunque, a lavorare su tutti questi elementi e a creare una brand identity forte, che faccia in modo che un’azienda sia riconoscibile dal suo target? Lo scopriamo in questo articolo di approfondimento.

Che cos’è la Brand Identity e perché è importante

Prima di tutto, occorre distinguere bene il concetto di Brand Identity da quello da Brand Image. Se quest’ultima comprende solo tutti gli elementi che sono visibili al consumatore, ed è dunque come appare il marchio agli occhi del proprio pubblico, la Brand Identity è invece un concetto più ampio, una serie di associazioni uniche che vengono legate al brand. Comprende sì gli elementi grafici e visivi (logo, design, packaging, colori, ecc.), ma anche le caratteristiche intrinseche del marchio, la sua personalità, la sua cultura di riferimento, i suoi valori, il modo che ha di relazionarsi con i propri clienti e così via. La Brand Identity, dunque, riflette ciò che un’azienda è a livello profondo e come intende comunicare i propri principi fondanti.

Lavorare sulla propria Brand Identity, dunque, non serve soltanto a proiettare agli occhi dei consumatori una corretta immagine del marchio forte e riconoscibile, ma ha anche un’importanza per l’azienda stessa, rendendo chiaro a tutti i team interni gli obiettivi, i metodi comunicativi, i valori e una serie di altri fattori che agevoleranno il lavoro di tutte le risorse coinvolte.

Come costruire una Brand Identity forte

Ora che sappiamo riconoscere che cos’è una Brand Identity, vediamo quali sono gli step necessari da affrontare per costruirne una forte e riconoscibile, che renda il marchio unico agli occhi del consumatore, che esprima chiaramente i valori del brand e trasmetta al pubblico una brand identity grafica coordinata.

Il naming

Tutto parte dal nome. Il primo step è sicuramente decidere quale sarà il nome del marchio, una scelta non semplice e che già può comunicare in maniera importante e diretta chi siamo e che cosa vogliamo dire ai clienti. È fondamentale, dunque, scegliere un nome che rappresenti al meglio l’azienda, non solo dal punto di vista semantico, ma anche fonetico.

Creare un brand manifesto

Una volta definito il nome, occorrerà redigere un brand manifesto. Questo non è altro che la dichiarazione dei valori, della mission, della vision e della reason why del brand ed è fondamentale chiarirla non solo al pubblico, ma anche a tutti coloro che fanno parte dell’azienda stessa. «Cosa ci rende unici?», «Perché esistiamo?», «Qual è il nostro obiettivo?»

«Cosa facciamo ogni giorno per raggiungerlo?», «Qual è la nostra visione del mondo?»: queste sono le domande da cui partire per creare un Brand Manifesto forte, autentico e unico.

Costruire un’identità visiva

Si sa, anche l’occhio vuole la sua parte. Per questo occorrerà poi dedicare molto effort alla parte di identità visiva: il logo, i colori, il font, il sito web e le grafiche dovranno essere frutto di un’identità coordinata, che sia facilmente riconoscibile.

Il tone of voice e i contenuti

Per tutte le attività di comunicazione, occorrerà poi stabilire delle linee guida del brand. Queste possono derivare anche da uno studio del target: ad esempio, un brand che si rivolge a giovani studenti parlerà in maniera diversa da un’azienda che propone soluzioni aziendali efficaci, così come un marchio di scarpe da Tennis sarà differente da uno che si occupa di gioielli di lusso. Definire il tone of voice, ovvero il modo in cui parla un brand, parte dunque dalla definizione del proprio pubblico. Da qui, poi, occorrerà sviluppare piani editoriali, campagne, email e tutta una serie di attività di marketing che siano in linea con il tone of voice scelto.

Fare telemarketing
Strategie di telemarketing efficace per aziende: cosa fare e cosa non fare

Il telemarketing efficace è ancora possibile? Sicuramente sì, l’importante è distinguersi fin dal primissimo approccio dalla serializzazione e fornire da subito un valore aggiunto

Complice un utilizzo non proprio trasparente da parte di alcuni attori del mercato, il telemarketing è spesso sottovalutato e mal utilizzato, soprattutto nel settore B2B. Il suo uso è spesso associato da parte dei potenziali clienti a tecniche invasive che portano pochi risultati concreti e rischiano di creare un allontanamento anziché un avvicinamento. Tuttavia, se pianificato in modo strategico e utilizzato con le giuste attenzioni, il telemarketing può rivelarsi uno strumento estremamente efficace per convertire contatti in prospect e successivamente in lead di qualità.

Il telemarketing efficace è possibile

Come in ogni altro strumento del marketing, non incontreremo formule o ricette sempre valide: le interazioni con le persone, anche nel campo B2B, richiedono attenzione, capacità di ascolto e discrezionalità. Tuttavia, abbiamo raccolto qui alcune buone idee ampiamente applicabili che possono aiutare le aziende a pensare una vera strategia di telemarketing, diversa dalla semplice chiamata a tappeto di una lista di contatti.

Segmentazione del target

Prima di tutto, è fondamentale identificare con precisione il proprio target. Questo significa dividere il mercato in base a fattori come il settore, la dimensione dell’azienda, il ruolo decisionale e le esigenze che il prodotto o servizio dell’azienda possono soddisfare. In questo modo avvieremo la campagna con la ragionevole certezza di trovare interlocutori interessati o comunque sulla stessa lunghezza d’onda.

Evitare il già citato telemarketing a tappeto permette di concentrare le risorse solo sui contatti che hanno una reale potenzialità di conversione. Una segmentazione accurata aumenta le probabilità che il tuo messaggio raggiunga l’interlocutore appropriato. Un telemarketing efficace, infatti, funziona e garantisce risultati senza bisogno di essere massificato o invasivo.

Creazione di script personalizzati

Uno degli errori più comuni nel telemarketing B2B è l’utilizzo di script generici che non tengono conto delle esigenze specifiche del cliente. Creare script personalizzati, che parlino il linguaggio del cliente e si concentrino sui suoi bisogni reali, è il modo migliore per conquistare l’interesse della persona chiamata e convincerla a dedicarci il suo tempo. Invece di focalizzarsi sulla vendita diretta, lo scopo del primo contatto dovrebbe essere quello di instaurare un dialogo, offrendo soluzioni a problemi specifici. Questo approccio rende la chiamata meno invasiva e più orientata alla relazione con il cliente.

Anche se può sembrare controintuitivo a un primo superficiale sguardo, non chiudere immediatamente la vendita è più redditivo a lungo termine, perché permette di instaurare relazioni durature e permette di evitare la sensazione di “mordi e fuggi” che caratterizza il telemarketing di basso livello.

Telemarketing efficace

Utilizzo della tecnologia per la gestione dei contatti

La tecnologia fornisce un apporto irrinunciabile nel telemarketing moderno. I software CRM (Customer Relationship Management) aiutano a pianificare i follow-up, a tenere traccia delle interazioni con i contatti, a monitorare il livello di interesse in modo efficiente e più in generale a tenere traccia di tutte le interazioni fra ciascuna persona e l’azienda.

Per consentire agli operatori di concentrarsi maggiormente sulle relazioni umane e sulla qualità della comunicazione, questi strumenti consentono di automatizzare alcune attività, come inviare un’email dopo una chiamata. Togliere, insomma, tutto il lavoro di burocrazia interna, lasciando più tempo agli operatori per dedicarsi ai potenziali clienti.

Ascolto attivo e approccio consulenziale

Una strategia di telemarketing vincente richiede una buona capacità di ascolto. I venditori spesso dimenticano di ascoltare le reali esigenze dell’interlocutore mentre cercano di chiudere una vendita. Adottare un approccio consulenziale, ponendo domande aperte, ascoltando attentamente le risposte e provando a fornire idee per la soluzione sulla base dei prodotti o i servizi dell’azienda, aiuta a costruire una relazione di fiducia e aumenta notevolmente la probabilità di trasformare un contatto in un lead qualificato.

Follow-up strategici

Il follow-up è forse uno degli aspetti più importanti e sottovalutati di una campagna di telemarketing. Non tutti i contatti saranno pronti a effettuare un’immediata decisione dopo la prima chiamata. Pianificare una serie di follow-up strategici, calibrati nei tempi e nei modi, aiuta a mantenere viva l’attenzione del prospect senza risultare invadenti. Questi follow-up dovrebbero sempre aggiungere valore, come ad esempio la condivisione di informazioni utili o l’offerta di una demo del prodotto. Ricordiamo, anche in questo caso, che la vera abilità degli operatori risiede nella capacità di non far trasparire eccessivamente il senso di urgenza per la vendita o la chiusura del contatto: anche questo distingue il telemarketing efficace dal rumore di fondo che tutti subiamo quotidianamente.

Telemarketing efficace per aziende: per essere efficaci bisogna distinguersi

Il telemarketing B2B può essere un potente strumento, se utilizzato con una strategia mirata, non invasiva e con modalità che trasmettano l’approccio e i valori della nostra azienda. Come abbiamo visto, alcune tecniche di base possono aiutarci a costruire un piano che sia in grado di equilibrare efficienza e rapporto con utenti e potenziali clienti, costruendo quella fiducia e apertura nella comunicazione che dovrebbero contraddistinguere le attività di marketing moderne ed efficaci.

gestire la comunicazione multiculturale
Strategia di comunicazione, verifichiamola al rientro

In queste settimane si torna a lavorare a pieno regime, ma prima di ripartire al 100% abbiamo l’opportunità di controllare cosa funziona e cosa no nella nostra strategia di comunicazione

Il momento del rientro dalla pausa estiva è ricco di opportunità: i giorni che separano la ripresa dal ritorno a pieno regime, infatti, si possono mettere a frutto per svolgere tutte le operazioni che non trovano spazio in altri momenti. Fra queste, una in particolare risulta particolarmente importante: la verifica della nostra campagna di comunicazione: cosa sta funzionando, cosa invece deve essere migliorato? Pensiamo che la nostra strategia di comunicazione sarà sostenibile nel corso dell’anno? Ci piacerebbe fare qualche miglioramento? È il momento ideale per rifletterci.

Perché questo è il periodo migliore per una verifica della campagna di comunicazione

Normalmente la comunicazione segue i tempi dei budget, come è naturale. Per cui può suonare quantomeno peculiare avviare una verifica quattro mesi prima della fine dell’anno solare. Tuttavia, c’è un’ottima ragione per sfruttare questo periodo, al di là dell’opportunità di lavorarci prima di essere travolti dall’operatività: i periodi di pausa, infatti, sono il banco di prova più importante per alcuni elementi della nostra campagna di comunicazione.

Perché? Per una ragione molto semplice: tipicamente questi sono i momenti in cui si sospendono o si riducono le attività a pagamento come l’advertising e le sponsorizzazioni e in molti casi anche l’effort per gli altri elementi della strategia di comunicazione. Questo significa che la maggior parte dei risultati ottenuti in questo periodo sono frutto delle strategie a lungo termine. Cioè, degli asset che abbiamo saputo costruire nel tempo.

Il valore dell’engagement

L’obiettivo di una campagna di comunicazione è, naturalmente, quello di generare il maggior numero di potenziali contatti (prospect o lead a seconda dell’impostazione data) e ci sono diversi modi per raggiungerlo. Sappiamo che l’engagement, cioè la capacità della nostra comunicazione di coinvolgere attivamente gli utenti. Va da sé che, se i contenuti pubblicati sul nostro sito e sulle nostre pagine sono in grado di coinvolgere le persone senza il supporto di sponsorizzazioni o altri interventi a sforzo continuo stiamo facendo un ottimo lavoro. Per questa ragione, i periodi di pausa in cui questo tipo di attività è sospeso o ridotto sono il banco di prova migliore, perché ci permettono di misurare questo risultato, tenendo conto della particolarità del periodo.

In questo modo avremo la possibilità di capire cosa sta funzionando davvero: per esempio, i contatti arrivati durante il periodo estivo attraverso il nostro sito o la nostra pagina LinkedIn per merito di un contenuto pubblicato sei mesi prima, ci dice che quel contenuto è particolarmente riuscito e apprezzato e che il suo valore rimane nel tempo. In altre parole, è un ottimo investimento e una guida per la nostra strategia di comunicazione

Controllare e pianificare

Cosa fare quindi al rientro? In realtà non servono particolari accorgimenti: tipicamente gli strumenti di monitoraggio che utilizziamo normalmente possono offrirci tutte le metriche necessarie. Quello che possiamo fare però è andare più in profondità, seguire con più calma e attenzione in flusso degli utenti e farci aiutare a capire cosa funziona davvero e cosa invece ha bisogno di continue “spinte” da parte dell’advertising o di altre attività dirette.

Cosa controllare nella strategia di comunicazione?

In particolare, ci interesserà capire da dove provengono le interazioni che abbiamo ottenuto nei periodi di pausa e su quali tipologie di contenuto e argomenti si sono focalizzate e soprattutto valutare quanto sforzo hanno richiesto i diversi elementi. Per esempio, è perfettamente naturale che un ebook gratuito o un’infografica ottengano risultati migliori di una semplice news di prodotto o un post social, ma è altrettanto vero che si tratta di elementi di comunicazione pregiati che richiedono uno sforzo, anche economico, considerevole.

Pianificare i miglioramenti: trovare il giusto equilibrio nella strategia di comunicazione

Quello che dovremmo fare, insomma, è l’abituale lavoro che si svolge nella comunicazione: mediare fra risultati, metriche, obiettivi aziendali e risorse. Oltre al tema della tipologia di oggetti di comunicazione utilizzati, infatti, potrebbe accadere anche che il successo arrivi da argomenti che rientrano solo in parte negli obiettivi aziendali (accade, inevitabilmente, che un piano di comunicazione preveda di coprire uno spettro più ampio del core business aziendale). Anche questa può essere una lezione importante, utilissima per allinearsi al meglio con il pubblico in futuro. Per quanto nell’era della misurabilità e dei KPI la comunicazione sia diventata molto più scientifica rispetto al passato, infatti, una componente di tentativi ed errori è inevitabile e, per molti versi, sana.

Mediamo, insomma, fra quello che ci dicono i dati, quello che ci è necessario e quello che sappiamo di poter fare, rimodulando gli sforzi dove necessario.

Cosa fare prima di ripartire

L’ultimo, fondamentale passaggio prima della ripartenza è trasformare la nostra analisi in pratica: riprendiamo in mano il piano media, controlliamo quello che più si avvicina agli oggetti più efficaci ed eventualmente ragioniamo sugli ambiti in cui è possibile rivalutare gli sforzi in campo. In questo modo, ripetendo queste verifiche nei principali periodi di pausa, potremo migliorare progressivamente la nostra campagna di comunicazione, imparando dai nostri stessi risultati.

Coordinare le risorse cover
Come misurare l’efficacia delle strategie di comunicazione e di marketing

Una strategia di comunicazione non è niente se non viene affiancata a una corretta misurazione dei dati: scopriamo come fare e quali sono i vantaggi di un’analisi costante nel tempo.

Le buone strategie di comunicazione sono la base di qualsiasi attività di marketing online e offline. Prima di programmare attività, che queste siano la pubblicazione di contenuti, il lancio di campagne o la creazione di un format sul blog o DEM, vi è sempre una fase precedente di brain-storming dove è necessario mettere a punto una strategia vincente e adatta al brand di riferimento. Questo è possibile tramite operazioni come analisi di mercato, studio del target, dei competitor e della nostra audience, al fine di raccogliere dati sufficienti per supportare le varie azioni di marketing.

Tuttavia, anche se spesso ce ne si dimentica, i dati non sono fondamentali soltanto prima, ma anche dopo la messa in atto delle strategie. Per questo, l’unico modo per capire se una strategia ha avuto l’effetto desiderato, è fondamentale operare una misurazione dei dati anche in seguito a una specifica attività.

Nell’articolo di oggi scopriamo perché è importante fare analisi e come si fa a misurare l’efficacia delle strategie di comunicazione.

Perché è importante misurare i risultati delle strategie di comunicazione

Misurare i risultati delle strategie di comunicazione e di marketing è fondamentale per valutare l’efficacia delle azioni messe in atto e per prendere decisioni ponderate per il futuro. Senza una misurazione adeguata, diventa difficile comprendere se le strategie adottate stanno raggiungendo gli obiettivi prefissati e se stanno generando un ritorno sull’investimento.  L’importanza di questa valutazione si amplifica ulteriormente se parliamo di marketing digitale, in cui ogni azione degli utenti può essere tracciata e analizzata in maniera molto dettagliata.

Facciamo un esempio concreto: si sono lanciate le prime campagne per generare traffico qualificato su un sito web. Analizzando il comportamento degli utenti, sarà possibile capire in ogni touch point del nostro tunnel l’efficacia della strategia. Un CTR basso (tasso di click) vorrebbe poter significare che le creatività non sono efficaci, mentre invece un CTR alto ma un alto tasso di frequenza di rimbalzo (ovvero un’alta percentuale di persone che lasciano subito il nostro sito web) potrebbe voler dire che si sta sbagliando la targettizazione del pubblico, o in altre parole, che si sta portando traffico non qualificato sul sito.

Insomma, ogni dato nel marketing è parlante: ciò che è fondamentale è saperlo analizzare e contestualizzare, con un’analisi che porti ad azioni mirate volte a ottimizzare, migliorare o stabilizzare le attività di marketing.

Come misurare i risultati

Alla luce di ciò, diventa imprescindibile utilizzare strumenti e metriche adeguate per misurare l’efficacia delle strategie adottate, come ad esempio l‘analisi dei dati di traffico sul sito web, le conversioni, l’engagement sui social media e le vendite generate. Solo attraverso una valutazione accurata dei risultati sarà possibile adattare le strategie e massimizzare il successo delle azioni di comunicazione e marketing.

Insomma, misurare i risultati può sembrare difficile, vista la quantità di dati che si possono trovare online. La cosa importante è sapere analizzare i dati in base all’obiettivo. Anche qui, ci aiuta fare un esempio concreto: se si sta lavorando su un eCommerce e l’obiettivo è vendere, sicuramente alla fine di ogni mese sarà fondamentale analizzare il ROAS, ovvero il ritorno sull’investimento, e a seguire il tasso di conversione dello shop, il numero di clienti ricorrenti, il carrello medio e altri parametri importanti per un negozio online.

Una volta fatto, è importante che il team marketing o i professionisti dedicati sappiano prendere azioni consequenziali alle analisi. Se ad esempio il Conversion Rate è basso, significa che l’eCommerce non performa e che magari bisognerà agire sull’UX del sito o della scheda prodotto. Se invece il carrello medio è troppo basso, occorrerà invece lavorare su pagine di bump offer, su azioni di cross-sell e up-sell, sfruttando magari canali di email marketing o adv sulle liste clienti.

Insomma, l’analisi dei dati può sembrare un territorio ostile, ma in realtà basta sapersi focalizzare sui dati giusti, imparare a leggerli correttamente e saper prendere decisioni per migliorare in futuro. Con un’analisi costante e il supporto di un’agenzia di marketing, sarà dunque possibile monitorare i miglioramenti o le fasi di calo del business, avendo sempre sotto controllo le strategie giuste da applicare al fine di una crescita costante nel tempo.

Strategie di Comunicazione e Marketing: una buona misurazione inizia da una buona definizione

Le strategie di comunicazione e marketing, per poter essere misurate correttamente, devono essere progettate con un occhio attento alla misurabilità stessa. Per sviluppare una strategia comunicativa in questo modo è essenziale per poter misurare il contributo che ha dato per raggiungere i propri obiettivi di business. Ecco alcune indicazioni per gestirla in questo senso. Per approfondire, ecco un’altra serie di consigli sulla gestione della strategia di comunicazione.

Componenti di una Strategia Comunicativa di Successo

Una strategia comunicativa di successo si basa su diversi elementi chiave, che devono essere attentamente considerati e implementati:

  • Definizione del Pubblico di Riferimento: Identificare chiaramente chi è il pubblico target e quali sono le sue esigenze specifiche.
  • Obiettivi Misurabili: Stabilire obiettivi chiari e quantificabili che possano guidare tutte le attività di comunicazione.
  • Messaggistica Coerente: Creare messaggi chiari e coerenti che riflettano i valori del brand e risuonino con il pubblico target.
  • Scelta dei Canali: Identificare i canali di comunicazione più efficaci per raggiungere il pubblico target, come social media, email marketing, pubblicità online e offline.
  • Monitoraggio e Valutazione: Utilizzare strumenti analitici per monitorare le performance delle campagne e apportare miglioramenti basati sui dati raccolti.

Si tratta di impostazioni della strategia comunicativa che mutuano, in modo molto semplice, quello che si fa oggi in ogni altro contesto: creare un metodo, qualcosa di duraturo e misurabile, che possa essere sia analizzato in modo sistematico, sia modificato, sia replicato in caso di successo.